Articolo Il mondo animale Diritti degli animali
La pesca intensiva freccevenerdì 13 settembre 2013      


La pesca intensiva è un altro fenomeno che mette a serio rischio l'equilibrio di tutto l'ecosistema. A causa di questo tipo di pesca assistiamo ad un vero sovrasfruttamento della fauna marina, in particolare il tonno rosso risulta essere seriamente in pericolo, cioè a rischio di estinzione. Nell'oceano Atlantico e nel Mediterraneo infatti si pesca il 141% in più del consentito. A causa della pesca intensiva gli esemplari di tonno rosso sono diminuiti del ben 96,4% negli ultimi 50 anni, una cifra allarmante.

Questo perchè vengono sempre più pescati esemplari giovani, cioè quelli in grado di riprodursi, questo si verifica anche nell'oceano Pacifico, oltre che nell'Atlantico. Le nazioni che sono le principali responsabili della pesca intensiva del tonno rosso sono il Giappone subito seguito dal messico. Fortunatamente il 6 febbraio di questo anno il parlamento europeo ha approvato una riforma della politica della pesca, che vada a favore dell'ecosistema marino, questa entrerà in vigore il prossimo anno. Anche le risorse ittiche del mediterraneo risultano essere ipersfruttate a causa della pesca intensiva.

Si pesca troppo e anche inutilmente, perchè molti esemplari vengono rigettati in mare morti, in quanto troppo piccoli. A beneficio dell'ecosistema marino è stata ideata una nuova tecnica per la pesca del tonno a pinne gialle, detta "pesca ecosostenibile". Gli esemplari di tonni adulti della suddetta specie, vengono prelevati con la pesca a canna, la quale, contrariamente alla pesca intensiva, salva molte altre specie marine. Infatti la classica pesca del tonno prevedeva l'uso di reti o si sistemi galleggianti, in cui rimanevano intrappolati anche i delfini, tartarughe marine, uccelli marini e foche, causando perciò un elevato tasso di mortalità di questa fauna marina.

Questo progetto si chiama " friend of the sea", il quale non è altro che un'estensione di un altro progetto per la salvaguardia della fauna marina: "dolphin safe", per una pesca ecologica e socialmente sostenibile. Ma la pesca intensiva ha prodotto altri seri danni, oltre ad aver provocato un elevato tasso di mortalità dei delfini, ha messo in pericolo anche i crostacei, ciò è accaduto in Gran Bretagna. Qui si predilige la pesca di gamberi, capesante ed aragoste, a causa della scomparsa dei gradi predatori. La pesca intensiva in Gran Bretagna ha provocato la scomparsa dei grandi predatori, come il merluzzo bianco, dopo di che si è riversata su quella dei crostacei,però anche quest'ultimi rischiano di fare la fine dei grandi predatori,con conseguenze devastanti per i pescatori.

Questo perchè dopo i crostacei, la fauna marina rimanente è veramente irrisoria. La pesca intensiva ha avuto il medesimo impatto sull'ecosistema marino anche in canada e negli stati uniti, anche qui la cattura di aragoste, granchi e capesante è divenuta predominante. I crostacei perciò sono una specie a rischio di estinzione, come il tonno rosso, a causa della pesca intensiva. In Africa, nella costa occidentale, nel mar Baltico e nel mar Nero, la pesca eccessiva dei grandi predatori ha provocato un altro tipo di danno: l'invasione delle meduse, le quali stanno causando gravi carenze di ossigeno nei fondali marini, con conseguenti rischi per tutta la catena alimentare.

La situazione non è affatto rosea, occorre eliminare la pesca intensiva, perchè sta provocando troppi danni all'ecosistema marino, sostituendola con quella ecosostenibile, inoltre occorre creare un numero sempre più elevato di aree marine protette, per evitare che i nostri mari si trasformino in veri e propri deserti. ©  RIPRODUZIONE RISERVATA

kety  Abate - vedi tutti gli articoli di kety  Abate



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Fare bollire una pentola con circa 3,5 litri di acqua salata con sale grosso. Calare le mezze maniche, mescolare e portare a cottura.
Intanto si ....
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La pesca intensiva freccevenerdì 13 settembre 2013      

La pesca intensiva è un altro fenomeno che mette a serio rischio l'equilibrio di tutto l'ecosistema. A causa di questo tipo di pesca assistiamo ad un vero sovrasfruttamento della fauna marina, in particolare il tonno rosso risulta essere seriamente in pericolo, cioè a rischio di estinzione. Nell'oceano Atlantico e nel Mediterraneo infatti si pesca il 141% in più del consentito. A causa della pesca intensiva gli esemplari di tonno rosso sono diminuiti del ben 96,4% negli ultimi 50 anni, una cifra allarmante.

Questo perchè vengono sempre più pescati esemplari giovani, cioè quelli in grado di riprodursi, questo si verifica anche nell'oceano Pacifico, oltre che nell'Atlantico. Le nazioni che sono le principali responsabili della pesca intensiva del tonno rosso sono il Giappone subito seguito dal messico. Fortunatamente il 6 febbraio di questo anno il parlamento europeo ha approvato una riforma della politica della pesca, che vada a favore dell'ecosistema marino, questa entrerà in vigore il prossimo anno. Anche le risorse ittiche del mediterraneo risultano essere ipersfruttate a causa della pesca intensiva.

Si pesca troppo e anche inutilmente, perchè molti esemplari vengono rigettati in mare morti, in quanto troppo piccoli. A beneficio dell'ecosistema marino è stata ideata una nuova tecnica per la pesca del tonno a pinne gialle, detta "pesca ecosostenibile". Gli esemplari di tonni adulti della suddetta specie, vengono prelevati con la pesca a canna, la quale, contrariamente alla pesca intensiva, salva molte altre specie marine. Infatti la classica pesca del tonno prevedeva l'uso di reti o si sistemi galleggianti, in cui rimanevano intrappolati anche i delfini, tartarughe marine, uccelli marini e foche, causando perciò un elevato tasso di mortalità di questa fauna marina.

Questo progetto si chiama " friend of the sea", il quale non è altro che un'estensione di un altro progetto per la salvaguardia della fauna marina: "dolphin safe", per una pesca ecologica e socialmente sostenibile. Ma la pesca intensiva ha prodotto altri seri danni, oltre ad aver provocato un elevato tasso di mortalità dei delfini, ha messo in pericolo anche i crostacei, ciò è accaduto in Gran Bretagna. Qui si predilige la pesca di gamberi, capesante ed aragoste, a causa della scomparsa dei gradi predatori. La pesca intensiva in Gran Bretagna ha provocato la scomparsa dei grandi predatori, come il merluzzo bianco, dopo di che si è riversata su quella dei crostacei,però anche quest'ultimi rischiano di fare la fine dei grandi predatori,con conseguenze devastanti per i pescatori.

Questo perchè dopo i crostacei, la fauna marina rimanente è veramente irrisoria. La pesca intensiva ha avuto il medesimo impatto sull'ecosistema marino anche in canada e negli stati uniti, anche qui la cattura di aragoste, granchi e capesante è divenuta predominante. I crostacei perciò sono una specie a rischio di estinzione, come il tonno rosso, a causa della pesca intensiva. In Africa, nella costa occidentale, nel mar Baltico e nel mar Nero, la pesca eccessiva dei grandi predatori ha provocato un altro tipo di danno: l'invasione delle meduse, le quali stanno causando gravi carenze di ossigeno nei fondali marini, con conseguenti rischi per tutta la catena alimentare.

La situazione non è affatto rosea, occorre eliminare la pesca intensiva, perchè sta provocando troppi danni all'ecosistema marino, sostituendola con quella ecosostenibile, inoltre occorre creare un numero sempre più elevato di aree marine protette, per evitare che i nostri mari si trasformino in veri e propri deserti. ©  RIPRODUZIONE RISERVATA

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